Civitanova, svelato il progetto Eurobuilding per il porto: “Opera da fare ora, domani è già tardi”

Presentato il progetto di sviluppo e rigenerazione urbana del porto di Civitanova Marche. All’appuntamento con la stampa si sono ritrovati oggi allo Shada Beach Club i protagonisti del lavoro che la Eurobuilding Spa sta portando avanti da quattro anni a questa parte. Hanno preso parola nell’ordine: l’imprenditore Umberto Antonelli (amministratore della società di costruzioni e ingegneria naturalistica), l’ingegner Paolo Viola (progettista), l’ufficiale superiore delle capitanerie di porto in congedo Angelo Zerilli (consulente aziendale che si occupa delle procedure amministrative), l’architetto Andrea Silipo(che si occupa del piano economico finanziario e degli studi di mercato), l’architetto Roberto Frollà che coordina lo staff e l’economista Alessandro Lattanzi.

L’imprenditore esordisce parlando di sé, dell’uomo che è dietro all’idea, poi il dibattito entra nel vivo del progetto con l’architetto Frollà che spiegato la genesi, il metodo.

 

“Ho verificato la possibilità di fare un discorso di riconversione per il porto di Civitanova – dice Zerilli – dentro ci abbiamo messo tutto. L’idea di una scuola di formazione per la valorizzazione dei maestri d’ascia che stanno scomparendo.In questa città, al centro della costa Adriatica, ci si può fermare in barca partendo da Venezia per poi scendere. L’ampliamento del porto non nasce solo dall’idea di lanciare Civitanova sul piano turistico, è strutturato per riconvertire un’area strategica tra porto e città”.

Il professor Viola spiega tutte le fasi dell’operazione mentre scorrono le slide. Dice che in tutto il mondo accade quello che accade a Civitanova, almeno nelle città di mare, dove c’è un porto peschereccio e intorno si va a creare una zona che deve avere a che fare con l’attività portuale: “la città si espande, ha bisogno di affacciarsi sul mare” afferma il progettista e parla di un’opera da realizzare adesso, domani è già tardi”.

Dice che il primo studio, avviato tre anni fa, tendeva a riproporre il borgo marinaro spostandolo verso mare, poi si è capito che ideale sarebbe stato il contrario, finché si è tentata la terza strada, la migliore: si lascia, quindi, la parte storica del porto così com’è, per sviluppare la seconda darsena, portando a nord le aree cantieristiche e commerciali. Tutti e tre i percorsi convergono nel cuore del porto, poi c’è un quarto percorso totalmente a verde. Previsto un albergo, parcheggi per barche, appartamenti su edifici alti otto piani. Negozi più avanti.

Viola rimarca che quanto c’è ora nel porto non sarà minimamente toccato. Resterà tutta la marina, la pesca, le realtà che al porto ci lavorano. Si prepara il nuovo mercato del pesce. Tutto in 7 anni a partire dai progetti esecutivi approvati.

Ci tiene a dire, il progettista, di essersi indignato quando è stato accusato “di aver copiato una città araba perché – spiega – chi l’ha detto, non ha capito niente”.

“L’apertura della statale 77 ha fatto volare Civitanova che, in controtendenza rispetto alle Marche, regge bene sul turismo. Questo è il momento, dunque, anche perché ci sono i fondi in arrivo dall’Europa e le opportunità vanno colte – aggiunge Viola -. Il progetto c’è, deve andare avanti. C’è stata tutta un’analisi di mercato: della nautica, dell’alberghiero, considerando che c’è carenza di hotel di alta fascia. L’ampliamento del porto vuol dire destagionalizzare, avere turisti tutto l’anno, far girare l’economia 12 mesi, da gennaio a dicembre, non solo d’estate”.  

Dice Silipo “Antonelli ci ha chiesto la bestialità di rinunciare a un utile che sarebbe potuto derivare dal mettere a mercato tutto il retroporto, per proteggere i circoli nautici e le attività esistenti”. Di conseguenza “il piano economico finanziario nasce con questo grande sacrificio chiesto dall’imprenditore, che ci ha portato a pensare a una concessione a 90 anni, per fare in modo che il piano economico regga. E’ nato sacrificando una parte di ricavi”.

Così si svela l’idea del porto nuovo che conserva la storia e la tradizione di Civitanova puntando al futuro: “Lo studio di fattibilità non è solo un “piano” urbanistico e non è neppure un progetto architettonico, è una “trama” alle successive fasi. Tutto coesiste in un complesso ristrutturato: i moderni cantieri di refitting convivono con i maestri d’ascia della tradizione. Dove si andrà a incidere è sulle arretratezze da colmare: da una parte sul bacino del porto che è mal protetto, scarsamente utilizzato e inadeguatamente attrezzato, dall’altra parte sulla zona fatiscente che con Civitanova non ha niente a che fare. In ultimo si ampliano gli spazi verdi. Alla luce di queste considerazioni nasce il nuovo piano per una città moderna e vivace, con un tradizionale porto peschereccio capace di accogliere l’imponente flotta di yacht che percorre l’Adriatico offrendo ormeggi, ospitalità, stazionamento e assistenza tecnica; con un quartiere verde che integri il centro urbano, il borgo marinaro e il porto, sviluppando la vocazione ricettiva e commerciale; con spazi, attrezzature e contenitori per sviluppare il turismo e creare posti di lavoro. Tutte opere da realizzare sul demanio marittimo e destinate a diventare patrimonio dello Stato: strade, piazze, giardini, banchine, parcheggi, il nuovo mercato ittico, la sistemazione del Fosso Castellaro, la nuova spiaggia a nord dei cantieri, eccetera eccetera”.

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