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Come comunicare e aiutare i bambini sordociechi?

Pubblicato da
michael

MARCHE – Nel mondo esistono tantissimi bambini sordociechi che hanno bisogno del nostro aiuto.

Possiamo sostenerli sia economicamente che psicologicamente, ed entrambi gli aiuti si riveleranno dei fattori importanti che permetteranno ad essi di vivere meglio e di avere la possibilità di ricevere il supporto di cui hanno bisogno, sia medico che umano.

Chi decide di aiutarli economicamente, può fare delle donazioni che non costano nulla come ad esempio quelle attraverso il 5×1000.  Associazioni che sono attive nel campo dell'assistenza di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali come La Lega del Filo d'Oro, ci invitano a destinare il 5X1000 nella dichiarazione dei redditi annuali. Per aiutarli psicologicamente e per stargli vicino, soprattutto quando si tratta di bambini che conosciamo o che comunque fanno in qualche modo parte della nostra vita, dovremo decisamente imparare a comunicare con loro. Come possiamo farlo?

Esistono tantissime modalità di comunicazione che è possibile imparare per rapportarsi con i bambini e le persone sordocieche. Uno di questi è il metodo "Malossi", che consiste nell'utilizzare le mani per comunicare. Molti pazienti hanno imparato questo sistema che prevede la suddivisione del palmo in aree che corrispondono ad una determinata lettera. Toccando i punti relativi alle lettere che ci servono per comporre una determinata parola (proprio come se stessimo scrivendo a macchina) sarà possibile comunicare con loro.

Uno dei metodi similari al Malossi è la "dattilologia". Quest'ultima prevede l'effettuazione di determinati movimenti con le dita, con le quali è possibile scrivere delle lettere. Lo stesso vale per il sistema dello "stampatello sulla mano": un metodo di comunicazione molto semplice che permette di scrivere con le dita sui palmi o su altre parti del corpo. Tuttavia, è opportuno ricordare che non tutti i pazienti sordociechi conoscono queste modalità di comunicazione, soprattutto se sono nati con queste problematiche o se le hanno riscontrate prima di imparare a leggere e scrivere.

Sappiate anche che molti di loro potrebbero comunicare gestualmente tramite la "Lingua Italiana dei Segni" (chiamata in breve "LIS") o con gestualità ideate da loro stessi che, solitamente, sono facilmente comprensibili. La LIS è stata ideata per permettere a tutte le persone con minorazioni psicosensoriali di comunicare attraverso alcuni particolari gesti o con espressioni facciali. Per questo potrebbe essere molto utile imparare questo tipo di linguaggio per comunicare con i bambini sordociechi: questi ultimi, toccando le mani della persona con la quale stanno interagendo, potranno capire cosa sta cercando di dire.

Oltre alla gestualità, anche i comportamenti possono permettere di interagire efficacemente. Infatti, un'altra modalità di comunicazione da prendere in considerazione è quella comportamentale che si basa su specifici movimenti corporali, ma anche su gesti ed espressioni. In questo caso, tuttavia, si tratta di un modo di esprimersi estremamente spontaneo e personale. Pertanto, sarà possibile capire i bambini sordociechi che usano questo metodo solo se passiamo molto tempo con loro e/o se si è creato un rapporto di confidenza.

È opportuno sapere che con questi pazienti è anche possibile comunicare usando gli oggetti. Questo sistema è chiamato "comunicazione oggettuale" e prevede la possibilità di usare alcuni determinati elementi. Per fare un esempio, molti bambini sordociechi usano un piatto per indicare che desiderano mangiare. Allo stesso modo, chi comunica con loro, può permettere ad essi di toccare un determinato oggetto per esprimersi e farsi capire con più facilità. Un altro sistema valido per interagire con loro si identifica nella "comunicazione pittografica", che si basa sull'osservazione e la creazione di piccoli disegni. Ovviamente, questo metodo funziona solo per i bambini che non hanno completamente perso la vista.

Esistono anche dei sistemi un po' più complessi, come il "Tadoma" e il "Braille". Nel primo caso si parla di un metodo basato sul suono ed il tatto: il paziente può appoggiare i pollici sulla bocca dell'interlocutore e le mani sulle guance dello stesso, con lo scopo di capire cosa sta dicendo attraverso i suoi movimenti. Il Braille, invece, è un sistema ideato per le persone cieche, che permette di leggere e scrivere utilizzando puntini in rilievo. Ogni combinazione di essi si identifica in una determinata lettera dell'alfabeto, e per leggere vengono utilizzate le dita.

Come potete vedere, i metodi per comunicare con i bambini sordociechi sono molti. Probabilmente, impararli richiederà un po' di tempo, impegno e pazienza, ma sicuramente ne varrà la pena. Per incentivarsi a imparare con più rapidità, è utile considerare che comunicare è fondamentale anche per i bambini sordociechi. Infatti, imparando almeno un metodo di comunicazione, potrete aiutarli a imparare a rapportarsi con gli altri, a scoprire tutto ciò che hanno intorno e a non isolarsi dal mondo. In poche parole, potrete aiutarli a vivere meglio e a conoscere anche quello che purtroppo non potranno vedere e sentire.

 

 

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