Covid+e+1%E2%80%99+Maggio%3A+nelle+Marche+autorizzate+complessivamente+27+milioni+di+ore+di+cassa+integrazione%2C+Fis+e+altri+fondi+di+solidariet%C3%A0
lindiscretoit
/covid-e-1-maggio-nelle-marche-autorizzate-complessivamente-27-milioni-di-ore-di-cassa-integrazione-fis-e-altri-fondi-di-solidarieta/25747/amp/
Attualità

Covid e 1’ Maggio: nelle Marche autorizzate complessivamente 27 milioni di ore di cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà

Pubblicato da
Francesca Devincenzi

Nel primo trimestre del 2021 sono state richieste e autorizzate complessivamente 27 milioni di ore di cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà, nelle Marche. Sono 56mila, i lavoratori a rischio secondo i dati Inps, elaborati dall’Ires-Cgil marchigiano.

La causalità Covid-19 è la principale ragione del ricorso agli ammortizzatori che motiva il 94,5% delle ore autorizzate. In particolare, la cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a oltre 21,2 milioni di ore (a fronte di 1,4 milioni di ore nel 2020, quando era ancora contenuto l’impatto del Covid), mentre il ricorso a Fis e altri fondi arriva a 5,8 milioni (1,5 milioni di ore nel 2020). Fra i settori che ricorrono maggiormente a questo strumento, la meccanica è quello in cui si registrano più ore (6,2 milioni); seguono i settori calzaturiero (3,3 milioni), l’abbigliamento (1,4 milioni), quello chimico plastico (1,1 milioni) e il mobile (0,9 milioni).

Per ciò che concerne il terziario, il settore degli alberghi e pubblici esercizi è quello in cui si registrano più ore (2,1 milioni); seguono il commercio (1,8 milioni) e il settore degli studi professionali, vigilanza e case di cura (1 milione). “Anche nel primo trimestre del 2021 continua a essere massiccio il ricorso agli ammortizzatori sociali tanto che le ore di cig o Fis autorizzate corrispondono al mancato lavoro di 56mila lavoratori a tempo pieno, di cui 35mila solo nell’industria manifatturiera, a cui vanno aggiunti quelli dell’artigianato – commento di Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche -: lavoratori i cui posti di lavoro sono a rischio senza una ripresa delle attività economiche e produttive e senza un sistema di tutele adeguato alla complessità del mondo del lavoro. Per questo – sottolinea – è urgente prorogare il blocco dei licenziamenti fino alla fine di ottobre e incentivare l’utilizzo da parte delle imprese di strumenti alternativi ai licenziamenti come la cassa ordinaria, i contratti di espansione e di solidarietà”.

Francesca Devincenzi

Pubblicato da
Francesca Devincenzi