Cus Macerata Campione delle Marche

CALCIO A 5 – Il Cus Macerata batte il Camerano e si aggiudica la coppa regionale. Da film la sceneggiatura.

A partire dal "pre" fino ad arrivare al "post", senza trascurare il pathos del "durante". Dettagli inseriti in un copione scritto con i piedi da una squadra unica e coesa. Non inganni la metafora, più che mai celebrativa. Con quei piedi i leoni di Bacosi e Zampolini hanno calciato, dribblato, contrastato, accelerato e frenato. Ma sopratutto sono riusciti nell'impresa di cambiare direzione ad una storia ricca di secondi posti e piazzamenti, lusinghieri e altrettanto logoranti. Niente carbone, no. In barba al calendario il 6 Gennaio sarà, da oggi in poi, la data della Festa della Liberazione. Da un peso. Da una piacevole ossessione. Campioni delle Marche. Il titolo è da pelle d'oca, come la cornice di pubblico che ha caratterizzato l'intero evento delle Prince Sport Finals Cup 2016. Entusiasmante sentirsi circondati dal calore della gente: la sfera rotola con leggerezza sul parquet, l'adrenalina in corpo scorre a fiumi e lo spettacolo cresce di livello.

Camerano è stata teatro di una finale intensa, onorata non solo da chi ha avuto il privilegio di stappare lo spumante al termine delle ostilità. Un applauso, fragoroso, lo merita anche l'Adverso Ascoli. Paolini e soci si erano presentati all'appuntamento da outsider. Una mina vagante capace di esplodere all'improvviso, sconvolgendo gli equilibri di un torneo che la sua griglia di favorite l'aveva già ampiamente disegnata. Rieccoli i bianconeri, orgogliosi e in grado di stupire, imbottiti di giovanotti e a caccia di certezze. Sotto la sapiente guida di Nicolino Rocchi è arrivata quell'iniezione di fiducia utile a proseguire la marcia verso l'obiettivo. In moto, però, il Cus ci si era messo già in mattinata. Riposo per ricaricare le pile ed eliminare un po' di acido lattico dai muscoli, riserve energetiche da immagazzinare sotto forma di cibo, sfacchinata a bordo del Galaxy, e ultimi riti scaramantici da discutere nello spogliatoio. Procedura esemplare. Paranoie come trampolino verso una scalinata. Gradini che hanno gettato i protagonisti in pasto al riscaldamento, alla musica e alla voce dello speaker. La lettura delle formazioni e il saluto di circostanza hanno fatto da prologo. Lì lo stomaco si è chiuso, cancellando lo spazio dedicato a qualsiasi eccesso di sentimentalismo. Al contrario di quanto accaduto nelle battaglie epiche con Portos e Eta Beta, il Cus ha approcciato in maniera aggressiva. Niente fase di studio, niente analogie con una partita a scacchi. Bacaloni ha estratto gli artigli e ha graffiato Manfroni con un tiro secco di punta dopo una manciata di secondi, quasi a voler sottolineare le intenzioni bellicose della combriccola maceratese. La replica ascolana, però, non si è fatta attendere: Falconi ha mirato l'angolino e con il destro ha indovinato il diagonale che ha ristabilito la parità. Ormai la finale si era trasformata in una biglia vittima di un flipper impazzito. Sciolte le redini Carpineti si è concesso una licenza offensiva: ha orchestrato un contropiede, è avanzato indisturbato al limite dell'area e ha trovato il pertugio per firmare il nuovo vantaggio biancorosso. E' qui che il lume della ragione si è impossessato del contesto, almeno fino a quando Bonfigli è riuscito ad infilarsi come una lama nel burro all'interno della retroguardia avversaria. Il morso della "Vipera" ha sancito il 3-1 sinonimo di gestione. Tranquillità è una parola grossa per Bacosi e Zampolini. Decifrare il calo di inizio ripresa è materia da scienziati, e la pecca sta nell'aver sciupato un paio di clamorose occasioni che avrebbero potuto abbassare la saracinesca sull'esito del match. L'Adverso, galvanizzato, si è rifatto sotto e ha testato i riflessi di Traini, come al solito reattivo e sul pezzo. Poi Falconi, autore di una buona prestazione, è caduto nella trappola rimediando un doppio giallo che ha spianato la strada al Cus. In chiusura c'è stato spazio per il 4-1 di Bonfigli, quindi per il 4-2 di Camaioni, infine per il 5-2 di Bacaloni. La sua volata a porta sguarnita è il manifesto di "fuga per la vittoria". Il resto sono abbracci, sorrisi e foto. Magari da appendere nel corridoio della Palestra Bramante. Fiera e con le occhiaie: la Macerata del Futsal, stamattina, si è svegliata così.

Su gentile concessione di Marco Cognini

 

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