Ecco i mestieri più richiesti dalle aziende artigiane delle Marche

MARCHE – Operai calzaturieri, muratori, idraulici, panettieri e pastai, sarti, tagliatori, modellisti, cappellai, autoriparatori, carpentieri, falegnami, saldatori.

Sono questi i mestieri più richiesti dalle imprese artigiane delle Marche. Pur in un mercato del lavoro difficile, dove le uscite prevalgono sulle assunzioni, ci sono delle qualifiche professionali che consentono di trovare un’occupazione nell’artigianato marchigiano. Lo afferma un’indagine del Centro Studi Cna Marche e dell’Ufficio Studi Confartigianato Marche, che hanno elaborato i dati del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro.

Entro la fine dell’anno, secondo Cna e Confartigianato Marche, saranno 3.360 i posti di lavoro creati dalle imprese artigiane mentre quelli persi saranno 5.470, con un saldo negativo di 2.120 posti di lavoro. “Il perdurare della crisi del sistema produttivo marchigiano” affermano i presidenti di Cna Marche Gino Sabatini e di Confartigianato Marche Salvatore Fortuna “incide pesantemente anche sui posti di lavoro nell’artigianato. Fino ad oggi le piccole e medie imprese marchigiane si erano tenuti stretti i loro dipendenti, per non perdere competenze formate negli anni, ma adesso non ce la fanno più e sono costrette a ridurre il personale per non chiudere l’attività. Malgrado tutto non rinunciano a ricercare sul mercato specifiche professionalità da inserire in azienda.”

Sono le qualifiche che offrono ai giovani la possibilità di trovare un lavoro nell’artigianato. In particolare, secondo Cna e Confartigianato, le richieste delle imprese riguardano 410 operai specializzati nel settore calzaturiero, 220 muratori, 110 impiantisti idraulici, 100 panettieri e pastai artigianali, 90 tra sarti, tagliatori di tessuti, modellisti e cappellai, 80 meccanici ed autoriparatori, 70 tra carpentieri e falegnami, 50 saldatori.

I Centri Studi delle associazioni artigiane hanno disaggregato i dati dell’indagine Excelsior Unioncamere sui fabbisogni professionali delle imprese per provincia. A Pesaro Urbino le imprese artigiane prevedono di assumere entro dicembre 880 addetti contro 1.470 uscite (-600). Ad Ancona gli ingressi saranno 790 mentre in 1.330 tra licenziamenti, dimissioni e pensionamenti lasceranno il lavoro (saldo -530). Seguono Macerata (750 assunzioni e 1.120 espulsioni con un saldo di -370), Fermo (520 posti creati e 880 persi, saldo -360) e Ascoli Piceno con 420 entrate, 670 uscite e un saldo di -260 posti di lavoro. Delle assunzioni previste dalle imprese artigiane marchigiane 2.280, pari al 67,8u per cento, sono a carattere non stagionale e 853 (25,8%) sono part-time.

Una precedente esperienza lavorativa è richiesta per 1.451 neossunti, pari al 43,2 per cento del totale. Gli artigiani marchigiani prevedono di dover ricorrere a personale immigrato per 413 assunzioni (12,3%). Tra le conseguenze della crisi si ha la riduzione della difficoltà di reperire le qualifiche richieste. Quest’anno riguarda soltanto 350 lavoratori, pari al 10,4 per cento del personale richiesto.

“Le imprese artigiane” concludono Fortuna e Sabatini “hanno difficoltà soprattutto a trovare specifiche professionalità come lattonieri e calderai, falegnami, valigiai e borsettieri, laccatori e decoratori. Sarebbe forse opportuna una maggiore sinergia tra imprese scuole tecniche ed enti di formazione per indirizzare i giovani verso competenze che sono richieste dal mercato del lavoro marchigiano”

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