La Ferrari attraversa un periodo di forte appannamento nonostante i buoni propositi sulla SF-23 in ambito presentazione: dubbi sul motore. Cosa è emerso di critico.
Non ci si aspettava un nuovo modello di Ferrari non all’altezza della situazione. All’inizio dell’anno, gli addetti ai lavori avevano ultimato un progetto assai stimolante volto a tagliare le gambe e contendere titoli mondiali alla sempre più sorprendente Red Bull.

La nuova SF-23 però non ha dato le giuste risposte che gli appassionati si attendevano. Le prestazioni in ambito simulazioni hanno deluso le aspettative e tra un giro di ricognizione e l’altro si è cercato di comprendere a fondo le problematiche legate al caso.
Avevano presentato la nuova “Ferrari” come un bolide, la monoposto più veloce della storia della scuderia del Cavallino e invece Sua Maestà in pista sembra proprio non farcela ad esprimere il meglio di se e di tutte le funzionalità che l’avrebbero dovuta rendere una vettura imbattibile
Ferrari, è flop clamoroso in pista durante le simulazioni: dove sta il problema
Oggi giorno dopo la lunga e stimolante presentazione del nuovo progetto sul modello “bolide” e imbattibile di Ferrari si sta già a parlare di profonda crisi o meglio di potenziale inespresso per la monoposto che un tempo dettava “legge” in pista.

L’ingegnere motorista Mattia Binotto aveva scommesso ad occhi chiusi su un ritorno ai grandi livelli del Cavallino ma durante le simulazioni gli addetti ai lavori hanno riscontrato ben altro e più in generale qualcosa che va molto al di sotto delle aspettative.
Nell’analizzare il problema gli ingegneri della Ferrari hanno dovuto ricorrere a dei test indispensabili per la correlazione, quindi prove di velocità, vernice, controllo dei sensori aerodinamici per scoprire.
La “diagnosi” però non ha emesso nulla di preoccupante a tal proposito altrimenti si sarebbe dovuto analizzare il problema a monte, scovando eventuali defezioni sulla parte meccanica della monoposto.
L’ingegner Vesseur parla di sospetti legati alla logistica dell’auto, pensata e costruita con un carico pendente sul fondo nonché composta per “girare estremamente bassa“.
Dunque il “nemico” maggiore della mancata affermazione della Ferrari in pista potrebbe essere l’asset aerodinamico, il cui rimbalzo si potrebbe ancora verificare se l’equipe motoristica decidesse di cercarlo di proposito attraverso caratteristiche basse ed estreme.
Purtroppo la monovolume SF-23 di nuova generazione è stata scoperta impreparata con il bordo esterno troppo rialzato provocando pericolosi saltellamenti in pista durante le gare.

Se si riuscirà a correggere l’errore in questo senso potremmo assistere ad una Ferrari finalmente spensierata e libera di fronteggiare avversari come Red Bull in questo momento irraggiungibili.