Danneggiano auto ‘Furbetti’ stanati dalle telecamere

SAN SEVERINO MARCHE – Le telecamere della videosorveglianza comunale contro i furbetti degli incidenti stradali.

Di questo importante ausilio si sono serviti, per venire a capo di almeno tre distinti sinistri registratisi negli ultimi giorni, gli agenti del locale comando della Polizia Municipale, guidati dal capitano Sinobaldo Capaldi.

Le immagini riprese dalle telecamere hanno così consentito di individuare gli autori di piccoli incidenti verificatisi in viale Mazzini, in piazza Del Popolo e in viale Eustachio. Ad essere interessate dal passaggio di mezzi guidati da conducenti evidentemente distratti, sono state alcune auto in sosta che hanno riportato danni alle carrozzerie, rigature, piccole ammaccature o la rottura degli specchietti retrovisori. Gli agenti, dopo aver raccolto le segnalazioni dei proprietari dei mezzi incidentati, hanno presto individuato gli autori dei sinistri.

L’Amministrazione comunale, vista l’utilità delle telecamere, ha già dato il via libera all’installazione di nuovi impianti, sia nel centro storico che in alcune zone più periferiche della città. In via sperimentale è già partita anche l’attivazione di telecamere mobili che consentiranno di essere d’ausilio all’autorità nel verificare le denunce d’abbandono di rifiuti ma anche per monitorare alcuni punti critici, come monumenti, teatro di danneggiamenti o intere aree che meritano di essere attenzionate con una certa costanza.

Grazie all’uso del sistema di videosorveglianza comunale in passato sono stati individuati anche gli autori di reati piuttosto seri come il furto dell’intera attrezzatura tecnica di una azienda settempedana di impianti da un furgone lasciato parcheggiato nella centralissima piazza Del Popolo o quello degli autori di atti di vandalismo compiuti contro auto in sosta sempre nella stessa piazza. Ma le telecamere sono anche servite per individuare il passaggio lungo la S.P. 361 “Septempedana”, nel luglio dello scorso anno, del furgone del commerciante di pesce Pietro Sarchié poche ore prima del terribile agguato in cui il sambenedettese perse la vita. La lunga e complessa indagine compiuta dalla Procura della Repubblica ripartì proprio da questo tassello che fu utilissimo agli inquirenti per venire a capo della storia.

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