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Sanzioni alla Russia prorogate, Melchiorri:’E’ una vergogna’

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michael

FERMO –  “Parlo con i numeri: le sanzioni alla Russia sono una vergogna, abbiamo perso 100 milioni di export in tre anni nel solo settore calzaturiero”.

Il presidente di Confindustria Giampietro Melchiorri tuona contro il sistema che varca i confini nazionali. Nel 2014 l’Unione Europea ha deciso di inserire le sanzioni contro la Russia. In quel momento il distretto fermano nel solo settore calzaturiero esportava in Russia quasi 200milioni di euro. Tre anni dopo, alla vigilia del rinnovo delle sanzioni per altri sei mesi fino al 31 luglio 2017, il distretto chiuderà l’anno a 90 milioni di euro. “Parliamo di un calo tra il 55-60%. E questo riguarda solo il mondo calzaturiero, core business della nostra territoriale. Ma possiamo parlare anche di alimentare e tecnologia, due voci pesanti del Fermano. Questo è un fatto, su cui non si può discutere. Certo, non è tutto causa delle sanzioni, questo lo sappiamo bene noi imprenditori, ma il trend dimostra il peso di questa scelta europea”.

Confindustria si attendeva una presa di posizione dalla Politica: “La grande vergogna, la delusione principale, viene dai vertici dello Stato e a seguire dal silenzio tombale dei nostri parlamentari e dei principali attori economici, associazioni di categoria in primis e a seguire i sindacati”.

Le sanzioni alla Russia si sommano a un altro nodo rimasto intrecciato: “Che fine ha fatto la defiscalizzazione dei campionari? La crisi di Governo ha affossato anche questo importante provvedimento che avrebbe portato un po’ di respiro al settore. Serve altro per dire che la Politica è totalmente distante dalle imprese e quindi dal mondo del  lavoro?” ribadisce Melchiorri.

Questo quadro economico difficile del territorio fermano si somma a uno stallo nello sviluppo della Provincia di Fermo: “Che fine ha fatto la Questura? Il ministro Angelino Alfano venne a Fermo promettendola durante l’estate. Oggi è diventato Ministro degli Esteri e quindi non la vedremo mai. C’è il nodo tribunale, sottodimensionato come più volte sottolineato anche dal Procuratore Capo Seccia, con pesanti ripercussioni sulle imprese bloccate da cause infinite. E poi c’è la Camera di Commercio, in bilico per la riforma nazionale. E se ancora possiamo parlare di Prefettura, presidio per noi fondamentale e che sentiamo molto vicino, è per merito di un territorio che per una volta si è mosso compatto. Ecco, questo è il mio appello finale: ritroviamo unità, sono pronto a fare squadra con associazioni e politici per aiutare il Fermano a riprendere la sua corsa. Ad una sola e unica condizione: le imprese vanno ascoltate prima di prendere decisioni”.

michael

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