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Attualità

Scia roghi nel maceratese, arrestato 33enne elettricista

Pubblicato da
Francesca Devincenzi

C’era un elettricista 33enne del Maceratese, ora agli arresti domiciliari presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Macerata, dietro la scia di incendi iniziata il 28 maggio scorso e proseguita fino al 3 giugno tra Camerino, Gagliole e Castelraimondo. Lo hanno scoperto e arrestato i carabinieri della Compagnia di Camerino dopo un’indagine denominata ‘Cigno Nero’, dal libro di Nassim Nicholas Taleb che spiega l’importanza sproporzionata di eventi di grande impatto, difficili da prevedere e molto rari.

Nove i roghi contestati all’indagato che ha ammesso le proprie responsabilità: colpite tre aziende, due esercizi pubblici, un negozio di animali, il pronto soccorso dell’ospedale di Camerino; danni per diverse centinaia di migliaia di euro.

Bloccato dai militari dopo il tentato incendio del 3 giugno in un’area di servizio a Carbone di Camerino, aveva confessato: durante la visita psichiatrica al pronto soccorso di Camerino, lasciato solo per alcuni minuti, aveva manomesso un quadro elettrico, innescando le fiamme e causando lo sgombero del reparto per consentire la messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco (presenti 8 sanitari e 5 pazienti).

Il primo rogo si era verificato il 28 maggio, alle 16:30, in via Betti a Castelraimondo: bersaglio un furgone cassonato e un camion a rimorchio. Il successivo il 30 maggio alle 00.30: un incendio aveva distrutto carrelli elevatori e un gruppo elettrogeno in un’officina a Gagliole (danno 40mila euro) con rischio di deflagrazione di 8 bombole di gpl. Il 31 maggio nuovo ‘assalto’ nella stessa officina e poi altro rogo nel primo cantiere preso di mira. Alle 22:30 del primo giugno blitz in un pub di Camerino: dopo aver consumato un cocktail, l’indagato aveva appiccato le fiamme in bagno; poi, a pochi metri di distanza, aveva dato fuoco a bancali davanti a un garage. Quella sera era scattata la perquisizione a casa del 33enne che aveva confessato gli incendi. Due giorni dopo, però, era tornato in azione nell’area di servizio: aveva ammesso ancora una volta la responsabilità, dicendosi disposto al Tso. Una volta in Pronto soccorso aveva causato l’ennesimo incendio ed era stato arrestato e posto ai domiciliari, piantonato, in psichiatria.

Francesca Devincenzi

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Francesca Devincenzi