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Un raggio di luce lungo 3.600 metri, da porta Marina a Cristo Re: Rive illumina Civitanova

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michael

CIVITANOVA – A poco più di due settimane dall’avvio, Rive Festival offre alcune anticipazioni.

“Presentiamo una installazione luminosa che inaugura l’edizione 2018 e accompagna tutto il Festival, tracciandone la rotta: un raggio laser, un raggio di luce lungo 3.600 metri, che congiunge la torre di porta Marina alla torre del Cristo Re – dichiara il direttore artistico Giorgio Felicetti -. È un collegamento diretto tra la città alta e la città portuale, a significare una delle tante connessioni del Festival di quest'anno, la più importante delle quali è certamente quella con il mondo delle imprese”. Ideato da Riccardo Ruggeri è stato finanziato grazie all’appoggio di imprese locali: BCC di Civitanova Marche e Montecosaro, main sponsor di Rive, Optima Mollyter, I.P.R., Emmedata, L’antico bar Maretto, Pipponzi costruzioni, il Cuore Adriatico e Clinicalab. Rimarrà acceso dall’1 all’otto luglio.

Civitanova Alta ha rappresentato nel tempo la memoria storica, artistica e artigianale, la città portuale incarna il futuro dell'impresa civitanovese: questo raggio di luce traccia una rotta per i naviganti del futuro, una rotta ben visibile. “È un contatto vero e proprio tra le due Civitanova – afferma Ruggeri – , un auspicio di collaborazione perché entrambe siano maggiormente consapevoli della grande ricchezza reciproca”. Aggiunge l’assessore alla Cultura Maika Gabellieri: “Un bel progetto, un simbolo che dà l’impronta anche amministrativa, con l’unione delle due città rimaste disgiunte per tempo. Dal Comune, un ringraziamento alle otto imprese locali che hanno reso possibile questa installazione luminosa”.

L’edizione di questo Rive Festival è dedicata soprattutto alle nuove generazioni. Per rendere possibile un cammino futuro dei giovani nei mestieri e nelle arti, chi è chiamato a tracciare le rotte del presente deve rivolgersi ai grandi padri del passato. “Mi vengono in mente i tanti personaggi di Civitanova Alta che hanno tracciato rotte indelebili – prosegue Felicetti -: penso alla letteratura di Annibal Caro, o alla pittura di Arnoldo Ciarrocchi, alla danza di Enrico Cecchetti, parlando di imprenditoria, mi viene in mente l'altro Cecchetti, Adriano, che partito proprio dal borgo storico di Civitanova Alta come piccolo artigiano, scende a Civitanova porto, e fonda la sua impresa, la Officine meccaniche Adriano Cecchetti che durante l'arco di un secolo ha dato lavoro a più di 50.000 persone, diventando l’azienda per eccellenza di tutto il territorio regionale, e facendo la storia della Civitanova moderna. Questo raggio di luce che rappresenta così visibilmente e simbolicamente il nostro passato e il nostro futuro ci invita e ci conduce con lo sguardo verso destinazioni ignote, ma con un grande e bellissimo segno di speranza”.

LE ANTICIPAZIONI

Parlando di nuove tecnologie, c’è una proposta che sintetizza perfettamente il tema di questa sesta edizione e mette in connessione l’arte classica con i mestieri futuri: per l’apertura del Festival, venerdì 6 luglio al Teatro Annibal Caro, arriva a Civitanova il pianista svizzero-belga Matthieu Mantanus. Il concerto, Bachbox, mette in scena una bizzarra e futuribile coppia, un pianista classico e un computer. Come interpreta un’intelligenza artificiale un pilastro della musica come la Partita in si bemolle di J.S. Bach, se le viene chiesto di acquisire in contemporanea suoni, rumori, voci e strumenti, della nostra vita quotidiana iper-connessa? L’alternanza tra le danze della Partita di Bach e le loro variazioni elettroniche, viene eseguita dal vivo, nell'incanto tra passato e futuro. Un'esplosione di creatività musicale elettronica e di arte visuale.

Con le giovani generazioni cresciute nell’era di Facebook e di Instagram,ed eternamente connesse, sabato 7 luglio al Lido Cluana, Umberto Galimberti conversa presentando il suo ultimo libro La parola ai giovani, dialogo con la generazione del nichilismo attivo. Il filosofo monzese discute con ciascuno ed esplora le sofferenze, i dubbi, le ansie e i desideri di una generazione e offre a ogni genitore uno strumento per interrogarsi sui propri figli, per comprendere la profondità delle loro domande e per impedire che tutte le speranze si trasformino in delusioni (evento in collaborazione con Non a voce sola).

Il concerto di chiusura vede lo straordinario duo Danilo Vignola, il piu grande sperimentatore al mondo di ukulele, & Giò Didonna, cheama le innovazioni percussive. Insieme presentano il loro spettacolo World-Tribal-Fusion, un viaggio coinvolgente nei ritmi e nelle sonorità mediterranee, in cui i due musicisti rivisitano in chiave moderna melodie tradizionali come rumba, flamenco e taranta, suonando strumenti d’oltreoceano come l’ukulele hawaiano e il cajòn peruviano, o strumenti moderni come l’hang svizzero, o la balalaika dell’est Europa, unendo così la tradizione alla sperimentazione.

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