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Oliera addio per bar e ristoranti, scattano multe fino a 8 mila euro

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michael

MARCHE – Storico addio all’oliera in bar, mense, ristoranti e pizzerie, con l’entrata in vigore dall'inizio della settimana dell'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi.

Lo rende noto la Coldiretti Marche nell’annunciare l’avvio dell'operatività della legge europea 2013 bis, pubblicata sul supplemento n.83 della Gazzetta Ufficiale 261, che fa scattare il divieto di utilizzare le tradizionali oliere, con multe fino a ottomila euro. Gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata, e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l'esaurimento del contenuto originale indicato nell'etichetta.

La legge, riferisce la Coldiretti, prevede anche sanzioni per chi non userà oliere con tappo antirabbocco che vanno da 1 a 8mila euro e la confisca del prodotto. Le novità per il prodotto simbolo della dieta mediterranea non si fermano, però, al tappo antirabbocco, in quanto è prevista anche una più accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti con miscele provenienti da uno o più Stati, così da mettere in guardia il consumatore sulla diversa qualità e composizione merceologica del prodotto. Va detto, anche che le modifiche introdotte nel corpo della cosiddetta legge salva-oli ne assicurano ora la più ampia operatività richiedendo a tutti gli organi di polizia giudiziaria un rafforzato impegno su tutti i fronti, dal controllo del traffico di perfezionamento attivo a quello delle modalità di vendita sottocosto.

Le norme a tutela dell’extravergine Made in Italy arrivano peraltro in un momento particolarmente delicato per la produzione regionale, dove si stima un crollo del 40-50 per cento, con il raccolto che potrebbe scendere sotto i 20mila quintali, una delle peggiori campagne di sempre. Se nella ristorazione sono aumentate le garanzie anche con l’auspicabile e immediato avvio delle attività di controllo da parte delle autorità responsabili, nei negozi e nei supermercati, il consiglio della Coldiretti ai consumatori è di verificare con attenzione l’etichetta dove, anche se spesso nascosto nel retro della bottiglia ed in caratteri minuscoli, deve essere riportato la scritta “ottenuto da miscela di olio comunitari od extracomunitari” se non si tratta di olio italiano al 100 per 100. Oppure di scegliere una delle 43 designazioni di origine riconosciute dall’Unione Europea e che garantiscono l’origine italiana o le bottiglie dove è espicitamente indicata l'origine nazionale delle olive o meglio ancora se possibile acquistare direttamente dai produttori agricoli nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, le aziende olivicole nelle Marche sono circa 22.000 su una superficie di 13mila ettari di oliveti, con 160 frantoi attivi. Per quanto riguarda il biologico, la aziende sono 1.000, per una superficie di circa 1.600 ettari. Il valore della produzione olivicola marchigiana è di 20 milioni di euro. Le Marche vantano anche due Dop nel settore olivicolo (Olio di Cartoceto Dop e Oliva Ascolana del Piceno Dop).

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