Coronavirus, record di decessi nelle Marche: 35 in un giorno

MARCHE – Un altro record di decessi in un giorno nelle Marche dall'inizio dell'emergenza coronavirus: ne sono stati registrati 35 nelle ultime 24 ore (30 uomini e 5 donne) di cui cinque non alle prese con patologie pregresse.

Il bilancio delle vittime sale dunque a 452 (305 uomini, 147 donne): 273 decessi in provincia di Pesaro Urbino, 85 in quella di Ancona, 52 a Macerata, 34 a Fermo, 3 in provincia di Ascoli Piceno, oltre a cinque persone decedute nelle Marche che provenivano da fuori regione: tra gli ultimi morti anche un 53enne di Fano senza patologie pregresse. Si abbassa al 95,6% la percentuale di persone che soffrivano di un'altra malattia già prima della comparsa del virus: l'età media dei deceduti finora è di 79,6 anni.

INCREMENTO TAMPONI

Dodici dei 49 Laboratori accreditati presenti in Regione hanno dato la disponibilità ad effettuare la diagnosi molecolare per Covid-19. La Regione, con una nota datata venerdì 27 marzo, aveva chiesto alle Associazioni rappresentative delle Strutture di Laboratori analisi private accreditate di comunicare alla Regione la disponibilità ad effettuare il procedimento. “Ci eravamo attivati per velocizzare le procedure già prima dell’appello di ieri dei sindaci del Fermano che accogliamo con grande attenzione. Lavoriamo tutti insieme per fermare il contagio con tutti gli strumenti possibili. C’era già stato un interessamento di singoli laboratori di attivarsi ma questa operazione deve essere fatta in maniera organica – spiega il presidente Ceriscioli – Prima di poter avviare l’attività analitica, sulla base di quanto stabilito dal Ministero della Salute con nota Circolare del 20 marzo scorso, i Laboratori dovranno superare la fase di valutazione delle capacità diagnostiche per infezione da COVID-19 da parte del Laboratorio di Virologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, individuato come Laboratorio regionale di riferimento per la diagnosi del virus. E’ fondamentale per noi inserire nel sistema sanitario altre realtà che siano in grado di processare i tamponi e sarebbe ancora meglio se fossero in grado di farli. Un altro passo per dare una risposta veloce e implementare quella “sorveglianza attiva” indispensabile per tutelare la comunità” .

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