Sfrattato dalle scosse per ben due volte, prof scrive un libro per alimentare la speranza

SAN SEVERINO MARCHE – “Ogni alba è un nuovo giorno e il sole sorge tutti i giorni. Sorge per tutti, nessuno escluso”.

Nel retro di copertina del breve saggio – manuale di Giammario Borri, settempedano autore di saggi e tomi di diplomatica marchigiana, docente di paleografia latina e diplomatica all’Università degli Studi di Macerata e rettore dell’Uteam, l’Università della Terza Età dell’Alto Maceratese di San Severino Marche, nonché ideatore di numerose iniziative di solidarietà come “Una sedia per Marco”, lo “Scrigno della gioia” e di tantissime altre iniziative sociali e culturali, è condensato il vero senso della sua ultima fatica letteraria, “La rosa del mio giardino”, edita da Zefirobooks per “I marchi di Krzysztof”, collana di storia e saggistica contemporanea. Un volume di appena 110 pagina dedicato “Alle 299 vittime del sisma del 24 agosto 2016” e “A tutte le persone colpite dagli eventi sismici”.

Borri, che vive con moglie e figli a San Severino Marche, a seguito delle scosse del 24 agosto ha avuto la casa lesionata nel quartiere Uvaiolo, uno dei quartieri settempedani rasi praticamente al suolo, e si è visto costretto a trasferirsi in affitto in un altro alloggio che però ha dovuto lasciare in seguito alle scosse successive le quali hanno causato anche il crollo parziale della prima casa poi definitivamente abbattuta per ragioni di sicurezza. Dopo un faticoso peregrinare in contesti provvisori tra tende, collina e mare – come lui stesso racconta – oggi vive in un monolocale seminterrato, provvisto di angolo cucina e bagno, ritenendosi fortunato. Nelle pagine che ha scritto per Zefirobooks raccoglie appunti e riflessioni, misti a una vena a volte ironica altre emotiva, sugli eventi sismici con lo scopo di proporre parole tonificanti per rinforzare la fragilità post – terremoto, alimentare la speranza e riprendere il cammino. “Può capitare nell’arco di una vita intera che le vicende scorrano senza sconvolgimenti degni di lasciare traccia. Può anche capitare che nell’arco di parte della vita, la tua vicenda umana possa essere scossa più volte dagli eventi sismici i quali la prima, nel 1972, la seconda, nel 1997, e anche la terza volta, nel 2009, non hanno lasciato tracce rilevanti, ma che la quarta volta ti cambiano radicalmente la vita. Quelli che di recente hanno colpito l’area dei Sibillini hanno sconvolto la vita di migliaia di persone. A 299 l’hanno addirittura tolta nel sonno o sotto le macerie. Il mio pensiero è rivolto ad oguna di queste vittime, alle quali il mio libro è dedicato, e in modo particolare ai bambini e a quanti hanno perso casa, beni, serenità, fiducia e speranza. Poichè nel corso degli anni ho imparato a “leggere” gli eventi, a “guardare” con altri occhi e a “comprendere” che la fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro, è necessario ricominciare il viaggio e riuscire a scorgere in ogni evento il risvolto positivo, poiché la stella che guidava i magi alla grotta di Nazareth c’è per tutti. Basta solo scoprirla o riscoprirla”.

Quanto verrà raccolto dalla vendita del libro per volontà dello stesso autore sarà destinato all’acquisto di un pulmino da nove posti, con pedana e carrozzina, a favore del Centro per persone diversamente abili “Il Girasole” di San Severino marche, al fine di agevolare gli spostamenti nelle zone terremotate. Il professor Giammario Borri ha presentato la sua opera anche nel corso di uno degli “Incontri con l’autore”, rassegna promossa dai Teatri di Sanseverino e ospitata al teatro Italia. Alla serata hanno preso parte anche il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, l’assessore comunale alla Cultura, Vanna Bianconi, il direttore artistico dei Teatri settempedani, Francesco Rapaccioni. “Io ho avuto la fortuna di sognare e di realizzare tutti i miei buoni sogni grazie agli altri – conclude l’introduzione alla lettura il professor Borri nel suo volume, che lancia un piccolo appello – Anche per questo ho bisogno di tutti i lettori e di chi mi ha sostenuto per realizzare questo lavoro, perché sono le gocce che fanno l’oceano”.

Impostazioni privacy