Processo telematico, molti avvocati ‘presi’ nella rete

di Angelo Gattafoni
MACERATA – Dal giugno 2014 è entrato n vigore, in Italia, il processo civile telematico (p.c.t.) obbligatorio per le nuove cause e, dal gennaio di quest’anno, anche per quelle in corso.

Praticamente l’obiettivo, in sé virtuoso, è quello di sostituire formazione e deposito di atti e documenti cartacei con l’invio degli stessi per via informatica. Allo stato però il processo telematico, che avrebbe dovuto semplificare l’iter processuale e gli adempimenti di cancelleria, al contrario crea maggiori problemi ad avvocati, cancellieri e giudici a causa di regole astruse ed inutilmente complicate.

L’avv. Maurizio Balistreri, dell’Associazione Forense Nazionale A.M.B., ha scritto un articolo intitolato: “Se il processo civile telematico è fallito in Germania una ragione ci sarà.” , nel quale spiega che il p.c.t., così come l’hanno strutturato al Ministero, non va. E aggiunge: “Sono abbastanza pratico di p.c….di software e hardware, eppure mi è venuto il mal di testa con tutta questa confusione e queste formalità. Qui non si tratta più di fare questa o quella operazione…bensì di diventare esperti informatici.”

I più penalizzati sono gli avvocati, perché destinatari della maggior parte delle nuove regole ed in quanto corrono i rischi maggiori, legati al rispetto di termini perentori per molti degli atti e documenti soggetti all’invio telematico. I legali cinquanta/sessantenni dichiarano apertamente di non raccapezzarsi, ma anche i giovani dicono di aver trovato, sovente, più di un problema.

Sulla pagina facebook dell’Ordine di Macerata gli avv.ti Antonio Maria Golini, Andrea Giuliodori e Maria Piani, nel denunciare la situazione, chiedono che, almeno, il p.c.t. sia reso facoltativo, dando la possibilità di adottare anche la via cartacea. In ciò ricevendo l’assenso di altri avvocati abbastanza giovani come Roberto Greci, Roberta Filieri, Beatrice Magnalbò, Sandro Pugliese. Mentre, nel contempo, il Presidente Ghio ed i Consiglieri Renzo Tartuferi e Carlo Strinati si affannano a spiegare a colleghi già pieni di problemi come si risolve questo ulteriore problema.

E’, questa, una conferma che il ruolo di difensori del cliente diventa residuale rispetto agli adempimenti di carattere formalistico e burocratico che occupano una percentuale altissima del tempo e dell’impegno degli avvocati. Per avere un quadro più completo ho sentito, facendo una veloce indagine, l’opinione di altri noti avvocati. Claudio Fraticelli, che si dichiara abbastanza esperto nell’uso del pc., conferma che spesso si trova in difficoltà, così come il fratello Massimiliano, più giovane, che se la cava meglio, ma non del tutto. Giovanni Braconi, Sandro Giustozzi e Claudio Acquaroli confessano la loro poca esperienza informatica ed il ricorso, per questo primo impatto, a colleghi di studio che conoscono meglio i programmi telematici. Ma confermano, anche loro, che non sempre le operazioni vanno a buon fine e che, quindi, il risultato concreto non è la semplificazione ma la complicazione, con il rischio ulteriore di maggiori motivi di contenzioso.

Viene da dire P.C. T. Per Carità Toglietelo

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