Violenza sulle donne La vittima è italiana, sposata e con figli

MARCHE –  Sposata, italiana e con figli. E' questo l'identikit della donna vittima di violenza emerso dal Rapporto annuale 2014

, i cui dati sono stati raccolti dall’Osservatorio regionale sulle politiche sociali, con la diretta collaborazione dei cinque Cav (Centri antiviolenza) presenti sul territorio marchigiano. In particolare sono 422 i contatti presso i Centri antiviolenza delle Marche avvenuti lo scorso anno. A rivolgersi ai CAV –  in particolare attraverso il telefono (80%), per esporsi il meno possibile –   su indicazione di familiari, amici e conoscenti e di svariati altri soggetti, inclusi i servizi sociali,  sono donne in gran parte di nazionalità italiana (68%), coniugate (47%)  – le nubili sono il 27% (seguono separate e divorziate) –  e con figli (68%). Donne maltrattate tra le pareti domestiche, di età compresa tra i 34 e i 53 anni, in prevalenza in casa di proprietà (una su quattro). 

In percentuale la maggior parte (26%) ha un diploma di istruzione di scuola superiore ed è occupata stabilmente (27%).  Chi si rivolge al centro antiviolenza (ne esiste uno per provincia) chiede in prima battuta informazioni e consigli/strategie ma anche sostegno (175), consulenza legale (164) e consulenza psicologica (144).    C'è chi invoca la messa in sicurezza fisica (39), chi un alloggio dove vivere (22), in pochi casi un lavoro (7).  E  riferiscono, in gran numero, di violenze psicologiche subite, non meno gravi di quelle fisiche.

 La relazione per l'anno 2014 sui centri antiviolenza delle Marche, mette anche in evidenza come la donna che chiede aiuto  subisce violenza nella gran parte dei casi in un contesto familiare, spesso alla presenza dei figli (542 bambini e ragazzi coinvolti), molti dei quali minorenni (51%),  e rivela che il maltrattante è il marito (39%), altre volte il convivente (11%) o l'ex marito (10%).  Il profilo del maltrattante: stessa fascia di età della vittima (tra i 34 e i 53 anni), italiano (65%) con livello di istruzione medio  (18%) e situazione occupazionale stabile (41%).

“Lo scenario tracciato – sottolinea il Presidente Mastrovincenzo – denuncia una realtà fatta di sopraffazione e soprusi, di violenza psicologica, fisica, economica, sessuale e di stalking. La violenza viene compiuta soprattutto tra le mura domestiche, è causata dal marito, dal convivente o dall’ex. La presenza dei figli, poi, aggrava tristemente le conseguenze perché innesca reazioni di paura, ansia, e si ripercuote nel corso della crescita sul piano personale e sociale. Si perpetrano fatti gravi e inammissibili per una società evoluta che nella maggior parte dei casi non vengono denunciati o restano circoscritti nella cronaca rumorosa di un giorno per poi essere cancellati in quello successivo”. Secondo il Presidente del Consiglio “è necessario prendere atto di questo dramma sociale che resta ancora purtroppo confinato nel sommerso, occorre portarlo alla luce e attivare le misure per contrastarlo, determinate e senza più colpevoli rinvii. Vanno usate le armi della conoscenza e del dialogo, occorre cultura, apertura e rispetto delle differenze, con la consapevolezza e l’impegno quotidiano senza interruzioni da parte delle istituzioni”.

 

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