Naspi 2018, tutte le novità

LAVORO – Tra le numerose richieste avanzate al governo dai sindacati c'è anche la correzione della Naspi, a proposito della quale è stata avviata anche una petizione da parte della Uil.

Come noto, la Naspi non è altro che la vecchia indennità di disoccupazione, cioè l'indennità unica che l'Inps prevede per chi perde il lavoro (ma non per chi si dimette in maniera volontaria). Introdotta dal governo Renzi nel 2015, ha preso il posto della Aspi, della mini Aspi, della disoccupazione ordinaria e della disoccupazione con requisiti ridotti, vale a dire tutte le altre indennità che fino a quel momento facevano parte del nostro ordinamento.

Non che sulla Naspi le polemiche siano mancate: le discussioni hanno riguardato sia la durata che le modalità di calcolo, che sembrerebbero penalizzare varie categorie di lavoratori. In particolare, sono i lavoratori stagionali a risentirne in negativo, ed è anche per questo motivo che da più parti sono arrivate proposte di modifica e correzione del sussidio. I sindacati, inoltre, negli ultimi giorni hanno inserito la Naspi 2018 in un documento che è stato inoltrato al governo, al cui interno sono presenti diverse richieste che riguardano la riforma pensionistica che deve essere inserita nella Legge di Bilancio da presentare entro la fine del 2017. Si domanda, insomma, un cambiamento dell'indennità che spetta ai disoccupati.

Tutti i vantaggi della Naspi 2018

La Naspi non si limita aerogare soldi a chi ne ha diritto, come già accadeva con le indennità di disoccupazione del passato, per compensare la perdita del lavoro, ma si pone anche lo scopo di favorire una ricollocazione del disoccupato nel mondo del lavoro. Una delle novità che sono state introdotte dal governo Renzi, per esempio, riguarda il patto di servizio che deve essere firmato al collocamento quando ci si registra come disoccupati. Dopo che si è perso il lavoro, chi vuole usufruire dell'indennità è tenuto ad andare in un Centro per l'Impiego per farsi consegnare un modello C1, vale a dire il documento che serve per inoltrare la domanda all'Inps.

Al tempo stesso, al disoccupato viene fatta firmare dall'Ufficio di Collocamento una dichiarazione in cui egli si rende disponibile a prendere parte a programmi per la rioccupazione e a frequentare corsi formativi, oltre che a rispondere a possibili proposte di lavoro stilate in funzione di un programma personalizzato. Nel caso in cui tali proposte non vengano accettate, la misura può essere ridotta o revocata, e gli stessi provvedimenti sono previsti anche se non ci si presenta alle convocazioni.

Quali sono i requisiti per accedere alla Naspi

La Naspi è destinata ai lavoratori dipendenti o assimilati e agli apprendisti che non lavorano più, e non per loro volontà; non riguarda, invece, i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e ilavoratori agricoli. Per accedere alla Naspi, dunque, è necessario che il contratto di lavoro sia scaduto, che si sia stati licenziati o che ci sia dimessi per giusta causa. In quest'ultimo caso, le dimissioni devono essere confermate alla Direzione Territoriale del Lavoro, che provvede a rilasciare il documento di giustificazione alle dimissioni.

La lista dei requisiti da rispettare, però, non finisce qui: occorre, infatti, aver lavorato almeno 30 giorni nei 12 mesi che precedono la data di presentazione della domanda e almeno 13 settimane nei 48 mesi precedenti. Sono utili per il conteggio anche le giornate in cui ci si è astenuti dal lavoro per congedo parentale o per maternità, mentre non possono rientrare nel calcolo le assenze per la legge 104 (permessi retribuiti per fornire assistenza a una persona disabile con cui si convive) e la cassa integrazione.

 

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