25 aprile: Civitanova festeggia la Liberazione

CIVITANOVA – “Il 25 Aprile è una festa dell'oggi, una giornata che va celebrata senza cadere nella sterile ritualità”. Lo ha dichiarato il sindaco Tommaso Claudio Corvatta nel suo intervento ai giardini di piazza Gramsci.

Nel discorso per ricordare la Liberazione ottenuta nel 1945, il Primo cittadino ha riaffermato la necessità di festeggiare questa giornata con lo sguardo rivolto al presente, trovando ogni anno un'autentica occasione per rinverdire e attualizzare i diversi aspetti di una “Resistenza” che, è la Storia che ce lo insegna, non deve essere mai datata e archiviata. A Civitanova la festa ha visto tutti uniti. Nel corso del momento istituzionale, coordinato da Vittorio De Seriis, giornalista ed ex ufficiale, ai rappresentati delle istituzioni comunali hanno fatto ala quelli dell’ANPI in primo luogo, quindi delle associazioni combattentistiche e d'arma, Legambiente, rappresentanti delle Forze dell'ordine e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione e esponenti dei partiti cittadini.

Il programma si è aperto con la deposizione della corona sulla Lapide dei Caduti presso la Sede comunale e poi sulla Lapide Caduti di tutte le guerre a Civitanova Alta in viale della Rimembranza. Dopo la posa di una corona ai piedi del Monumento ai Caduti di tutte le guerre, in piazzale Italia, il corteo ha percorso a piedi il lungomare sud fino ai giardini di piazza Gramsci dove si è svolto il momento dell'Alzabandiera, accompagnato dalle note della Banda cittadina.

Il presidente del Consiglio Comunale Daniele Maria Angelini ha salutato le autorità e i presenti ripercorrendo le drammatiche tappe del cammino della democrazia italiana. “Vi chiedo oggi un plauso forte e sincero – ha detto – per tutti coloro che salvarono l'onore del nostro Paese consegnandoci un destino di democrazia e libertà, per i nostri partigiani dalla cui lotta iniziò la nuova identità nazionale. Siamo qui perché non venga mai meno la memoria dei sacrifici di tanti uomini e donne che ci hanno restituito il significato profondo del rispetto e dell'appartenenza alle istituzioni democratiche, valori che oggi vengono spesso messi in pericolo da derive demagogiche e pensieri populisti”. Il sindaco Tommaso Claudio Corvatta ha ribadito alcuni concetti espressi nelle celebrazioni organizzate in questi cinque anni di mandato, durante il quale, nel 2016, è stata finalmente aperta la sede dell'Anpi, in via Buozzi, associazione presieduta da Anita Pantanetti e sono state consegnate le medaglie d’oro della Liberazione a due concittadini, Luigi Panichellli (1918) e Mario Belfiglio (1926), combattenti dell’ultima Grande Guerra.

“Il nostro Paese va amato, e la liberazione va accostata alle tante liberazioni avvenute nella storia e che avvengono anche oggi nel mondo”, ha detto Corvatta. “Il mio pensiero di oggi va in particolare alle parole espresse dal parroco don Mario in occasione del Venerdì Santo, quando ha accostato il martirio di Cristo ai tanti martiri cristiani, e ha fatti riferimento ai tanti immigrati che lasciano Paesi in guerra e senza democrazia per rifugiarsi nel nostro Paese libero”. Quindi il Sindaco ha citato il giornalista Gabriele Del Grande, detenuto in Turchia e oggi finalmente libero; poi tutti i Paesi che vivono sotto una dittatura e a quei popoli che sono costretti a fuggire e ad emigrare per trovare quella pace che manca nelle loro terre. Il professor Vito Carlo Mancino (Anpi e Comunità ebraica) ha poi invitato i presenti a focalizzarsi su quello che è il nodo fondamentale di questa ricorrenza, vale a dire il movimento resistenziale che portò alla Liberazione, e ai partigiani, compresi gli ebrei italiani, che si sono sacrificati per un'Italia migliore lontana dagli aberranti crimini commessi durante il Fascismo. Nella sua conclusione ha sottolineato l'importanza di far conoscere la storia ai giovani senza stravolgere i fatti e senza fare confusione o strumentalizzare gli eventi.

Impostazioni privacy