Ires Cgil: Marche, contratti indeterminati in calo

MARCHE – Stenta a risalire l’indicatore relativo all’occupazione stabile nelle Marche.

Il ritratto di una regione in affanno, da questo punto di vista, è tracciato dall’Ires Cgil Marche che elabora i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Istituto nazionale do previdenza sociale.

Dati che fanno riflettere

L’occupazione marchigiana stenta a riprendersi. E’ quanto emerge da recenti elaborazioni su dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, effettuate dall’Ires Cgil Marche. Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, pur registrandosi un incremento del numero di assunzioni rispetto al primo trimestre 2017, emerge un ricorso fitto a contratti precari. In particolare, i dati dicono che, nel periodo preso in considerazione per l’analisi, le aziende attive nelle Marche hanno assunto 50 mila persone. Un dato che segna una crescita del 23,1 per cento rispetto allo stesso periodo 2017. Di questi neo-assunti, però, la maggior parte può vantare un contratto a termine o precario (87,3 per cento). I contratti a tempo indeterminato, infatti, rappresentano solo il 12,6 per cento del totale.

Un’esperienza in controtendenza

Un contributo per un cambio di rotta arriva, però, da aziende innovative come Giffi Noleggi, che consente il noleggio furgoni a Civitanova Marche e in tutta la regione non solo presso i suoi punti fisici ma anche on line. La società, infatti, in crescita, offre importanti e interessanti opportunità lavorative a tempo indeterminato. Si ricercano operatori per la sede di Civitanova e per quelle del vicino Abruzzo. Il settore del noleggio auto e furgoni, infatti, è in crescita, sostenuto anche da una maggiore attenzione da parte di privati e aziende alla sostenibilità ambientale. Un elemento che diventa sempre più strategico e che favorisce lo sviluppo di business nuovi e importanti, come quello del noleggio di veicoli commerciali anche con un semplice click.

Cresce il numero dei contratti intermittenti

Tornando alle rilevazioni dell’Ires Cgil Marche, emerge un incremento dei contratti intermittenti (+57 per cento), a quota 6 mila. Aumenta anche la somministrazione, con un +18 per cento e 13 mila nuove assunzioni in tre mesi. Il contratto a termine è il più diffuso, interessa una platea di 20 mila persone e cresce anno su anno del 18 per cento. l’apprendistato arriva a quota 2.800 unità, con un +21 per cento sul 2017. Gli indeterminati si attestano a 2.800 unità, con un aumento del 21 per cento rispetto all’anno prima. L’indeterminato, tra l’altro, si conferma l’unica tipologia di contratto con saldo negativo tra assunzioni e cessazioni del rapporto lavorativo. Si perdono 1.462 contratti.

Indeterminato in crescita nel resto del Paese

Nelle Marche, la situazione relativa ai contratti a tempo indeterminato è molto lontana da quella del resto del Paese. Questa tipologia di contratto, infatti, registra trend positivo ovunque, soprattutto nelle regioni meridionali. Nelle Marche rappresentano una percentuale più bassa delle assunzioni totali (12,9), mentre l’incidenza rilevata per la media nazionale è pari al 19,1 per cento. “Pur in un contesto di crescita dei contratti avviati, – spiega Daniela Barbaresi, segretario generale Cgil Marche – continuiamo a essere primi per la precarietà, segno evidente di una difficoltà del nostro tessuto economico. Risulta abbastanza surreale che mentre registriamo questi dati allarmanti sul dilagare del lavoro discontinuo, nel Paese stanno reintroducendo i voucher che rappresentano la peggiore forma di lavoro, priva di ogni tutela”.

 

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