Italia: perché bisogna credere alla vittoria degli Europei

SPORT – Gli Europei si avvicinano a velocità impressionante e sembra ancora ieri che si stavano disputando i gironi di qualificazione.

Sarà emozionante, per gli azzurri, debuttare a Roma, allo stadio Olimpico, in un girone che si preannuncia alla portata, ma che sarà fondamentale approcciare nel migliore dei modi, evitando di sottovalutare le avversarie.

Anche gli appassionati di scommesse non vedono l’ora che inizi il torneo continentale, anche se ovviamente ci sono tantissime quote già disponibili per poter piazzare delle puntate su questa manifestazione sportiva, che infiammerà la parte iniziale della stagione estiva. Saranno probabilmente le scommesse live NetBet, però, ad andare per la maggiore, dal momento che poter piazzare una puntata durante lo svolgimento di una partita potrebbe anche rendere più facile il risultato da azzeccare. Tutto dipende dalla capacità di interpretare la direzione verso cui si sta incanalando un match, anche se poi basta veramente pochissimo per cambiare tutte le carte in tavola e pure il pronostico.

 

L’impronta di Roberto Mancini

Anche il ct della Nazionale Roberto Mancini non ci ha pensato due volte nello sbilanciarsi, mettendo in evidenza come, per la storia che hanno alle spalle, gli azzurri hanno il dovere di provare a vincere i prossimi Europei di calcio. In un girone in cui le avversarie sono Turchia, Galles e Svizzera, in effetti, è legittimo pensare quantomeno di potersela giocare nella seconda fase, quella ad eliminazione diretta.

La squadra allenata da Roberto Mancini arriva da un girone di qualificazione perfetto, in cui ha sempre vinto, raccogliendo tutti i punti in palio. Detto questo, però, ancora nulla è stato fatto in merito all’Europeo. Si tratta di una manifestazione in cui conta tanto anche la forma fisica del momento: se i migliori giocatori sono in buone condizioni, allora è chiaro che le chance di fare un buon cammino si alzano, altrimenti diventa difficile.

Uno dei grandi meriti di Mancini è stato quello di aver ridato grande entusiasmo alla Nazionale, che dopo la disfatta nella mancata qualificazione agli ultimi Mondiali di calcio, era caduta in un vero e proprio tunnel, seguito dall’esonero di Ventura. Ebbene, con l’ex blucerchiato in panchina, ecco che sono arrivati i risultati e si è riusciti a mettere insieme un gruppo giovane, affamato, di talento e qualità.

Chiariamoci: non siamo di fronte alla Nazionale più forte di tutte, ovviamente. E nemmeno devono ingannare i facili entusiasmi dopo la goleada con cui l’Italia ha travolto l’Armenia nell’ultima partita del girone di qualificazione. Anche se, in realtà, non succedeva da un bel po’ di tempo di notare una prestazione con così tanti goal degli azzurri, seppur contro un avversario decisamente modesto.

Uno dei pregi di Mancini è stato quello di aver sempre pensato in grande. Fin dal primo momento, ha ammesso candidamente che l’Italia aveva a disposizione tutto quello che sarebbe potuto servire per poter tornare una grande squadra, competitiva a livello mondiale. E, in effetti, per quanto riguarda il girone di qualificazione, ha trasformato le parole in fatti. Che, di questi tempi, non è mica poco.

No, l’Italia non è tra le favorite

Ad ogni modo, è meglio togliersi di dosso fin da subito l’etichetta di favoriti. Sì, perché ad Euro 2020 sono altre le nazionali favorite per la vittoria finale. Francia, Spagna, Belgio e Germania, senza dimenticare ovviamente l’Inghilterra, ma anche il Portogallo campione in carica, non possono essere di certo messe dietro gli azzurri nei vari pronostici.

 A fare la differenza, però, potrebbe essere l’entusiasmo degli azzurri: la voglia e la fame di sorprendere tutti gli altri, di riportare in alto il nome dell’Italia, laddove ci compete. Sono queste le molle che potrebbero spingere sulle motivazioni degli azzurri. Detto questo, le amichevoli che precederanno l’impegno di Euro 2020 potranno dare altre indicazioni più precise per comprendere se effettivamente l’Italia potrà essere la rivelazione dei prossimi Europei.

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