Mondiali: Tamberi salta 2,29, ma non basta: eliminato

SPORT – Gianmarco Tamberi resta fuori dalla finale dei Campionati del Mondo di Londra.

Il campione mondiale indoor e d'Europa, al rientro in Nazionale dopo il brutto infortunio patito un anno fa al meeting di Montecarlo, chiude la qualificazione a quota 2,29, il suo miglior salto di questa stagione. L'azzurro, complici alcuni errori nei vari step della progressione, è tredicesimo e primo degli esclusi a pari merito con l'ucraino Andriy Protsenko e il brasiliano Talles Silva. In sei superano il 2,31 della promozione diretta: Mutaz Barshim, Bohdan Bondarenko, Danil Lysenko, Mateusz Przybylko, Tihomir Ivanov e Robbie Grabarz. In cinque, compreso, Tamberi, vedono sfumare la finale con 2,29. Non era mai successo, nemmeno due anni fa a Pechino, quando in tre furono eliminati con questa stessa misura.

IL RACCONTO – E' una mattinata di sole allo Stadio Olimpico di Londra: qui appena ventenne, ma con già un 2,31 alle spalle, Gianmarco Tamberi aveva vissuto l'emozione della sua prima Olimpiade nel 2012. La qualificazione inizia a 2,17. Facile, una formalità: bentornato in maglia azzurra, Gimbo! Era dalla vittoria agli Europei di Amsterdam 2016 che non gareggiava in Nazionale, oggi ha anche l'adesivo di una bandierina tricolore in cima al braccio sinistro. Un piccolo intoppo a 2,22: l'azzurro finisce troppo sotto allo stacco e fa cadere l'asticella in fase di valicamento. Anche al secondo assalto l'asticella balla sui ritti, ma stavolta resta al suo posto. Tamberi cerca la concentrazione, aspettando seduto in panchina il suo turno a 2,26. Il primo tentativo, però, è un errore piuttosto netto. Prima di affrontare di nuovo la misura si carica, scatena la clap della curva. Rincorsa, stacco e ancora l'asticella che sussulta. Fiato sospeso, attimi da brivido, un coro italiano di "Stai ferma lì!". Tutto OK e mister HalfShave dal saccone si inginocchia verso il pubblico in segno di ringraziamento. Si sale a 2,29, una quota che Tamberi (season best 2,28) non ha ancora saltato dopo il rientro dal brutto infortunio patito un anno fa al meeting di Montecarlo. Di nuovo troppo sotto al primo tentativo, niente da fare. Ora non bisogna più sbagliare e il 25enne marchigiano delle Fiamme Gialle lo sa benissimo. La carica del pubblico è pura energia per l'azzurro che alla seconda prova centra l'obiettivo. L'asticella è ballerina, per Gimbo questo 2,29 è musica, ma il concerto deve per forza continuare. La qualificazione, infatti, prosegue perchè sono 17 gli atleti ancora in gara: 2,31 è il prossimo step. Sembra un po' un remake di Pechino 2015. Anche due anni fa in qualificazione c'erano stati 17 saltatori a 2,29 e si era dovuti salire a 2,31. In Cina, però, Gimbo era stato autore di un progressione perfetta che, anche senza superare 2,31, gli aveva comunque aperto le porte della finale. A Londra, purtroppo, è un'altra storia e oggi quei due centimetri in più diventano una scelta obbligata per l'azzurro. Le sue ambizioni, però, devono infrangersi contro un triplice barricata di "X". Dopo il terzo salto, probabilmente il tentativo migliore, Gianmarco rimane con la faccia schiacciata sul saccone. Se ne sta a terra disteso e disperato, la delusione si trasforma presto in un fiume di lacrime.

Il suo Mondiale finisce qui. “Ho lottato fino alla fine, fino all’ultimo salto, ci ho messo l’anima”. Gianmarco Tamberi, ancora con le lacrime agli occhi, non si da pace. “Ci ho messo l’anima oggi e negli ultimi 365 giorni, non mi sono arreso neanche un secondo. A 2,29 mi sono stupito di me stesso, perché oggi è una di quelle giornata in cui non mi stacco da terra, in cui proprio non va. Speravo con tutto il cuore che bastasse per la finale, e invece oggi serviva fare di più… io non parlo mai di fortuna, ma oggi, dopo tutto quello che ho passato, credevo di meritarmene un poco. È difficile da accettare, perché nell’ultimo anno non ho fatto mai un passo indietro, non mi sono mai arreso, non mi son risparmiato nulla. Dopo Montecarlo non mi sono concesso nemmeno un minuto, ho ricominciato subito a lavorare con Londra nella testa. Ora improvvisamente sento addosso tutto il peso degli allenamenti fatti, della riabilitazione, della dieta, della concentrazione, del credere sempre in questo sogno. Ho bisogno di rifiatare. Sono davvero stanco, non mi reggo in piedi".

Foto Colombo/Fidal

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