Caffe marocchino, cos’è e come si prepara: davvero squisito

Lo chiamiamo marocchino ma con il Marocco non ha nulla a che fare anzi, ma allora come nasce e come si prepara questo caffè?

perché si chiama caffè marocchino
Com’è nato il caffè marocchino (Lindiscreto.it)

Nella lista di preparazioni a base di caffè che si possono ordinare al bar, ma anche preparare in casa, una delle più apprezzate e golose è sicuramente la ricetta del caffè marocchino; il punto è che questa bevanda non ha nulla a che fare con il paese africano, si tratta di una questione tutta italiana.

Un po’ come la questione della pasta Alfredo per gli americani, convinti che si tratti uno dei primi piatti di invenzione nostrana tra i più amati e invece è una questione tutta loro – sì c’è una pasta all’Alfredo nata in una storica trattoria romana, ma la ricetta è diversa, ndr- così il caffè marocchino in Marocco non esiste, anzi non sanno neanche di che parliamo se per caso ci troviamo in quello splendido Paese e decidiamo di ordinarlo. Ma allora com’è nato?

Il marocchino? Tutta colpa o merito di Borsalino

come si prepara il marocchino
Preparazione del marocchino (Lindiscreto.it)

Partiamo dalle origini, il marocchino è una specialità tutta italiana e nello specifico è nata ad Alessandria e più precisamente nel Bar Carpano, presidio storico della città oggi non più in attività. Ma se la paternità della ricetta non è messa in discussione, quello che è avvolto nella leggenda è il motivo per il quale lo si chiami in questo modo; quella più accreditata affida l’origine del nome ai dipendenti di Borsalino, la storica azienda di cappelli.

Il caffè marocchino può essere considerato come un derivato del bicerin torinese, altra bevanda a base di caffè già diffusa dal Settecento. Ha infatti gli stessi ingredienti e le uniche differenze stanno nel fatto che il cioccolato è sostituto dal cacao amaro e il latte va leggermente montato.

Resta da capire il nome; la leggenda più accreditata vuole appunto che siano stati i dipendenti di Borsalino a creare il nome di questa bevanda. L’azienda all’epoca aveva sede proprio di fronte il bar Carpano di Alessandria e i dipendenti erano soliti frequentarlo. Dipendenti che avevano a che fare con un marocchino ovvero la striscia di cuoio marrone inserita all’interno del cappello come guarnizione finale. Il nome deriverebbe, quindi, dall’accostamento cromatico che gli operai notavano tra quella striscia di cuoio e il caffè macchiato con cacao che si facevano servire.

La preparazione del marocchino non è difficile, c’è bisogno di caffè espresso, latte schiumato e cacao amaro. Le caratteristiche importanti sono la distinzione dei 3 strati (seguendo l’ordine indicato prima, ndr) da formare e quindi l’utilizzo di una tazzina in vetro.

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