Fiastra riabbraccia la vita con il ‘volo dell’Aquila’

di Emanuele Trementozzi
FIASTRA – Settecento persone colpite nell'animo, la terra che ancora ieri tremava e il sismografo che segnava 3.5 con epicentro Ussita.

La Fiastra delle sette bellezze, il paese montano di un lago mozzafiato, è ferocemente colpita dal sisma ma orgogliosamente viva. Sui tortuosi sentieri asfaltati ancora il segno di un terremoto che ha scosso le coscienze e ridotto case a cumuli di macerie. Altre, apparentemente salve, devastate all'interno. Eppure, tra un container delle Poste Italiane e uno d'emergenza per gli acquisti farmaceutici, Fiastra sta cercando di tornare a vivere nella normalità.

Le piccole attività, gli amici di sempre, nulla sarà più come prima ma si cerca di riabbracciare la vita. E in un paese piccolo, dove le paure sono tante ma il cuore batte all'unisono, anche lo sport assume un ruolo di vitale importanza. Perchè tra quei settecento montanari, orgogliosamente montanari, ci sono anche tanti giovani che in un campo di calcio trovano il loro divertimento. L'Aquila Val Fiastrone, militante nel campionato Usip di calcio a 11, è l'esempio lampante di una rinascita lenta ma costante, seppur segnata profondamente dal dolore di un evento che mai sarà dimenticato. E capita così, che dopo mesi di inattività, anche l'unico campo sportivo della zona, che si staglia maestoso tra le cime dei monti Sibillini, torni a svolgere il suo ruolo principale e non più di quello di campo base. Certo, quando i vetri degli spogliatoi, ieri pomeriggio, hanno iniziato a tremare, la paura è stata tanta e l'orologio è come fosse tornato indietro a qualche mese fa. Ma di tutto questo, visivamente, è rimasto solo una pila di materassi e cuscini che, accatastati all'interno della struttura sportiva, giacciono lì nella speranza di non dover essere più utilizzati. Perchè quei letti d'emergenza, in questi mesi, sono serviti per dare ristoro e sollievo ai tanti volontari che, su quel campo sportivo, hanno impostato la loro base operativa, togliendo spazio al calcio e allo sport.

Calcio che, da due settimane, ha di nuovo fatto capolino tra i ragazzi di mister Stefano Urbani, che hanno ripreso regolarmente gli allenamenti e, non senza sacrifici, stanno recuperando il tempo perso giocando almeno due gare a settimana: una nel week-end e una il martedì sera in notturna per completare il ciclo dei loro incontri di campionato. Certo, la vista di quei materassi mette quasi soggezione, non riesce a far dimenticare quello che molti fratelli marchigiani hanno passato in questi mesi. Ma la vita sta man mano ripartendo e i giovani fiastrani, nonstante la sconfitta per tre a due contro i peruviani del Cspa, hanno messo in campo cuore, forza e coraggio. Caratteristiche tipiche di chi, vivendo in montagna, sa di non dover mai mollare ed è pronto a ripartire tra mille difficoltà.  "Per noi il calcio è importante, perchè attraverso lo sport riusciamo a stare insieme e cerchiamo di superare questo difficile momento – ha detto il calciatore trentunenne Jonatan Salvatori – Ci sono case inagibili, alcuni crolli, tanti disagi. Senza dimenticare la tanta neve che, quest'anno, ha di fatto contribuito a peggiorare le nostre condizioni. Qui, dentro gli spogliatoi del campo, hanno trovato alloggio tutti quei volontari che i giorni post sisma hanno donato aiuto e sostegno ai nostri cittadini. Da poco siamo riusciti a riprendere la nostra attività sportiva, un passo piccolo ma importante per un lento ripristino del nostro paese".

Il sisma, dunque, non ha affatto piegato la forza di volontà di un paese che, nella propria squadra, si riconosce e unisce. E non importa che, ieri sera, la Urbani band ha perso la sua partita. Perchè, prima di tutto, l'Aquila, così come l'Araba Fenice, ha trovato la forza di rinascere dalle sue ceneri e di tornare a volare sulle macerie del sisma. 


 

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