Passione vincente, Marco Cognigni sposa il progetto Marche Tornei

SPORT COMMUNICATION – Ha passione da vendere e interpreta ogni torneo estivo come fosse una piccola meta da conquistare, una montagna da scalare, un traguardo da tagliare.

E’ la passione vincente di Marco Cognigni, “malato di futsal” a 360° e vero protagonista degli eventi estivi, che dallo scorso anno ha scoperto con piacere l’organizzazione del circuito Marche Tornei. “Partecipare ai tornei estivi, allestire squadre, contattare i ragazzi e curare il lato organizzativo è un insieme di cose che faccio con estremo piacere – esordisce Marco Cognigni – Del resto ognuno di noi ha una "fissa" e la mia è sempre stata lo sport. Vivere i tornei mi diverte, li interpreto come una sorta di avventure dove si fa gruppo, dove nascono amicizie e dove è possibile scrivere delle piccole storie. Un'esultanza, un abbraccio oppure un traguardo raggiunto hanno il potere di trasformarsi in meravigliosi ricordi a distanza di qualche tempo. Ci ripensi e ti emozioni. Perlomeno, a me, succede cosí. A livello personale non mi sento un protagonista, anzi. Ci siamo tolti delle soddisfazioni negli ultimi tre anni, ma sono solo un minuscolo angolo di una piramide dove la base solida è rappresentata dalla bravura dei tanti giocatori che mi affiancano. Ottimi calciatori e fantastici ragazzi, perché quello non è un aspetto secondario e lo tengo molto in considerazione moltissimo al momento delle scelte. Poi ci sono i miei "collaboratori", tra mille virgolette. Amici che mi supportano e mi sopportano seguendo le nostre squadre in caso di impegni contemporanei. Penso a Marco e Lorenzo, i fedelissimi, ma ne dimentico altri che mi perdoneranno. Senza di loro competere in un numero cosí elevato di tornei sarebbe pura utopia”.

Cosa rappresenta, per te, il circuito Marche Tornei? “Il circuito Marche Tornei è, a mio avviso, un'idea originale e funzionale. Una realtà da applaudire per lo scopo che si prefigge (ossia rendere dinamico il territorio riempiendo il calendario degli eventi e degli appuntamenti) e per il modo in cui lo raggiunge. La speranza è che il successo di questa stagione-pilota possa crescere negli anni a venire, richiamando sempre piú pubblico a seguire le varie manifestazioni e attirando un numero elevato di partecipanti. Solo cosí lo spettacolo può risultare totale”. Ti consideri un vincente? “Vincente? Forse sì, da tre anni a questa parte, ma la gavetta e le amarezze che ho assaporato nelle stagioni precedenti sono lí appoggiate in un angolo della memoria. Fresche. Vive. Per circa dieci anni (2005-2014) ho collezionato sconfitte brucianti e delusioni atroci. Eliminazioni ai rigori, finali perse. Come recita lo slang giovanile "mai una gioia". Tutti questi colpi bassi mi hanno aiutato a maturare e lo dico senza falsa retorica. Ci tenevo tantissimo e piú ci tenevo e piú perdevo. Ma non ho mai mollato. Questo è un merito che mi riconosco, probabilmente l'unico. Sentivo le prese in giro di chi sussurrava "non ci riuscirai mai", ma in silenzio ingoiavo il rospo e mi rimettevo all'opera piú determinato di prima. Mi vedo così: non rappresento i forti, ma i deboli che hanno avuto la loro rivincita. Questo è lo stimolo che mi spinge ad andare avanti, oggi come ieri. Se si arriva primi la sera si festeggia, ma l'indomani si preme il tasto reset e si pianifica l'avventura successiva. Non so se ho stile e non so se ho classe. Di sicuro sono me stesso, al cento per cento. Sento le partite e per me sono tutte importanti, le prime del girone così come le finali. Se facciamo gol urlo ed esulto, come quando ti danno una martellata al ginocchio per testare i riflessi. È una reazione involontaria. Magari ad alcuni sto antipatico perché lo interpretano come un gesto di scherno, ma non è così. Dagli avversari spero di essere apprezzato se non altro per il rispetto che nutro nei confronti di tutti. Nessuno escluso. Spesso sento alcuni dei miei giocatori dire nel pre-partita: "Marco stasera la gara è facile, non sei agitato vero?". Guai. Per me non esistono sfide facili e non esistono missioni impossibili. Questo è il mio modo di rispettare profondamente l'avversario che ho davanti”.

Sai anche farti apprezzare dai direttori di gara per il rispetto che nutri verso ognuno di loro…”Rischio di essere ripetitivo, ma anche alla base del rapporto con un arbitro deve esserci la parola rispetto. Partendo da un presupposto semplice e fondamentale: può sbagliare. Come un calciatore, come un allenatore. Come chiunque. L'importante è che agisca in buona fede, ma questa è una premessa talmente ovvia che mi viene spontaneo darla per scontata. Un gradino sopra la media sono quei direttori di gara aperti al dialogo e estranei all'arroganza. In una disciplina frenetica come il calcio a 5 il tempo stringe e il concetto vale per chi deve scegliere tra un dribbling e un passaggio, tra una sostituzione da fare o non fare e tra un contatto da fischiare oppure da lasciar correre. Frazioni di secondo. L'importante è avere l'intelligenza di comprendere quanto sia difficile agire sempre nella maniera corretta”.

Di certo sono molti i giocatori che ti hanno permesso di vincere tanto negli anni…”La lista dei giocatori importanti che mi hanno accompagnato durante l'ultima estate è lunghissima, se non altro perché importanti lo sono stati tutti. I giovani, contagiosi con il loro entusiasmo e la loro esuberanza. Gli esempi di professionalità, sempre presenti nonostante potessero benissimo dire: “Al diavolo Marco, stasera non ho voglia e resto a casa". I leader carismatici, capaci di compensare carenze tecniche con quintali di personalità e con delle conoscenze tattiche fondamentali. E poi i talenti, quelli baciati da Madre Natura in grado di risolvere le partite con un guizzo, un colpo, una magia. In una squadra servono tutte queste componenti per arrivare in fondo. Non basta essere bravi, occorre affiatamento. Menziono quelli che sono stati i più presenti dell'estate 2017: Sokol Gojka, Marco Ricci, Gianluca Nucci, Gianmarco Malaspina, Cleverson Favetti e Giacomo Cassaro. Loro, sì, bisognerebbe farli santi per la pazienza con la quale mi hanno assecondato. Ma ripeto, ce ne sarebbero altri cento meno presenti e ugualmente preziosi. Mi capiranno. Un grazie va anche agli “amici sostenitori” del nostro summer futsal. Una definizione che calza a pennello. Perché con ognuno di loro sussiste un rapporto di stima e di fiducia, elementi indispensabili senza i quali verrebbero a mancare le condizioni per realizzare i vari progetti. Ripagare il loro impegno con la massima serietà è un altro degli stimoli che mi spingono a versare ancora più passione in questi tornei. I risultati non sono tutto, ma la soddisfazione di consegnare una coppa o un trofeo a chi si è messo in prima fila per aiutarci è indescrivibile. E' il minimo che io possa fare per sdebitarmi. Veder rinnovata questa fiducia nel corso degli anni è la vittoria più grande. E' l'attestato che certifica la costruzione di qualcosa di davvero buono e solido. Evito di fare un elenco perché diventerebbe straziante e noioso. A tutti loro, in privato ma anche qui, va il mio gigantesco grazie”.

Una passione indescrivibile la tua…”Qualche sera fa ho inviato un whatsapp dei miei a Gianmarco. Esilarante. Di quelli da malato in senso buono. Gli ho scritto:"Se penso che è Novembre, che tra poco passa Natale, che la Primavera ci mette un attimo a arrivare… eccoci! E' ora che inizio a programmare la prossima estate". Il tono era scherzoso, ma tra le righe c'è del vero. Non è mai troppo presto. La passione è come una fiamma impossibile da soffocare, arde pure quando fuori piove e nevica. Il borsone è nell'armadio, le mute nel cassetto. Che altro dire? Quando si gioca fateci un fischio: non vediamo l'ora”.

Marche Tornei è entrato nel circuito Sport Communication. Per le società che vorrebbero informazioni, sono a disposizione i recapiti telefonici (320-1742733) e la mail (emanueletrementozzi83@gmail.com)

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