Istrice vuole l’apostrofo oppure no?

Per insegnare a scrivere ai bambini si usano spesso gli animali, e alla I c’è sempre l’animale istrice. L’adulto quindi non può avere dubbi e deve sapere con certezza: un istrice si scrive con l’apostrofo o senza?

E’ già chiaro da questa frase che si scriva senza. Possono esserci eccezioni? Sì, può capitare. Tutto dipende dal capire quando si usa l’apostrofo dopo “un” e perché.

Un con o senza apostrofo, quando si usa

Quindi “un” va con o senza apostrofo? Dipende dalla parola che lo segue. Se la parola inizia per consonante non si crea problema; “un tesoro” non fa nascere dubbi.

Diverso è il caso se la parola inizia con vocale, per esempio “amico”. Serve l’apostrofo o no? La regola è questa: l’apostrofo nell’articolo indeterminativo si mette solo quando la parola che segue è femminile, perché indica l’elisione della A. Quindi scriveremo “un amico” e “un’amica”.

Tornando a istrice, quindi, per memorizzare la regola e non sbagliare più, bisogna conoscere il genere. Secondo il dizionario, istrice è un sostantivo maschile; di conseguenza, si usa l’articolo un senza apostrofo. Una volta compresa la regola la si potrà applicare a ogni parola, senza incappare in gaffe.

Cos’è l’elisione

Quello che abitualmente chiamiamo apostrofo è il segno grafico per una regola grammaticale. Con elisione si intende l’eliminazione della vocale finale di una parola, quando la parola seguente inizia anch’essa per vocale.

Ecco quindi spiegato perché scriviamo un’amica. La forma completa sarebbe “una amica”, e solo per velocità – e per evitare la ridondanza della doppia A – accorciamo l’articolo indeterminativo togliendo la finale e mettendo l’apostrofo.

La cosa risulta più chiara quando, fra articolo e nome, compare un aggettivo. Per esempio “una cara amica”; ecco che, dato che la parola cara inizia per consonante, ricompare la a in “una”.

Le eccezioni con istrice

Quindi l’animale istrice non richiede l’apostrofo. Però, abbiamo accennato, qualche eccezione ci può essere; ovvero se l’istrice è femminile. Il dizionario stesso segnala “raramente femminile”, quindi ammette questa eventualità.
Insomma, se mentre scrivete avete assolutamente bisogno di indicare che l’esemplare di istrice di cui parlate è femmina, potete anche mettere l’apostrofo. Un esempio: “lo zoo ospita un’istrice che allatta i suoi cuccioli”. E’ abbastanza evidente che si tratti si una femmina, quindi la forma con apostrofo è accettata.

Volete un consiglio per non sbagliare mai? Usate una frase più lunga e scrivete “un istrice di sesso femminile”. Non ci saranno più dubbi; né sul sesso dell’animale, né sulla vostra conoscenza della grammatica.

Gli articoli che vogliono l’apostrofo

“Una” non è l’unico articolo che può subire una elisione. La stessa cosa accade con “la” – per esempio l’amica – o con “lo” – per esempio l’orologio -. “Una” però ha la particolarità di confondersi con il corrispettivo maschile, “un” appunto, generando quindi una certa confusione.
La cosa più semplice da fare è verificare il genere del nome, anche su un dizionario online, per non commettere errori.

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