Allarme in ufficio: l’inchiostro delle stampanti è dannoso per la salute?

LAVORO – Qualche tempo fa qualcuno ha sollevato online il dubbio sulla tossicità dell’inchiostro delle stampanti e subito si è animato un formicaio.

Cerchiamo quindi di fare chiarezza una volta per tutte, valutando anche quello che è emerso da alcuni studi.

Durante il processo di stampa o della realizzazione di una fotocopia si svolgono particolari processi chimico-fisici che consentono di trasformare polvere o inchiostro liquido in parole impresse su un foglio di carta. L’inchiostro e la carta durante il processo di stampa hanno una particolare reazione sotto l’effetto di una luce e alle alte temperature. Tali reazioni liberano nell’aria composti organici particolari, costituiti da molecole piccolissime volatili e gas. La quantità e la qualità di tali emissioni dipendono sia dal tipo di apparecchio che dalla carta e, soprattutto, dall’inchiostro contenuto nelle cartucce.

Inchiostro, cartucce e sicurezza

È chiaro che le peggiori emissioni sono quelle delle cartucce low cost, commercializzate come universali, senza marca. Cartucce Epson originali, Samsung, Hp, Brother e di brand rinomati di solito hanno un basso livello di tossicità, perché sono realizzate tenendo conto di tutti i parametri e delle raccomandazioni a questo proposito. In linea generale si può comunque dire questo: anche se è vero che vengono immesse nell’aria delle sostanze va considerato che la percentuale è veramente molto bassa, soprattutto per i brand di alta qualità.

Il livello è così basso, anzi, da risultare quasi immisurabile e incapace di generare qualunque tipo di reazione allergica o sulla salute: l’inchiostro di toner e cartucce per questo è stata classificata ufficialmente all’interno della categoria dei prodotti “bio-persistenti senza tossicità sostanziale conosciuta”. Il discorso cambia se si lavora in stamperie industriali o a contatto direttamente con il prodotto.

Un’eccezione proprio per questo motivo si ha quando ci si accinge a caricare le cartucce riempiendole con i kit appositi (tanto di moda qualche anno fa per risparmiare), che prevedono l’introduzione dell’inchiostro mediante una siringa. Questo perché così facendo risulta essere molto più facile venire a contatto con la sostanza, anche attraverso la pelle. Maggiore è la percentuale di polvere di carta prodotta durante la stampa, anche se la percentuale permane al di sotto della soglia di sicurezza per la salute.

Quindi? L’utilizzo delle stampanti è innocuo!

I rapporti pubblicati fino a oggi hanno dimostrato che non ci sono problemi di salute da ricollegare all’utilizzo di stampanti in ufficio. Casi studiati di persone con iperreattività o ipersensibilità hanno sviluppato un effetto irritativo risolvibile con un miglioramento delle condizioni igieniche del luogo di lavoro. Altri casi di vere e proprie allergie a carico delle vie respiratorie si sono avute solo dove i livelli erano elevati, come nelle stamperie professionali, dove il personale di norma è perciò munito di mascherine protettive.

L’inchiostro delle cartucce, quindi, non è 100% salutare (non si può dirlo) ma ci sono cartucce (dei brand sopracitati) che vengono prodotte secondo parametri d’eccellenza, tenendo conto dei valori di tossicità e con materie prime certificate. Ci sono però anche cartucce, spesso importate, che non rispettano tali parametri e non usano materiali certificati, pur restando entro la legge (spesso importati dall’Asia).

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