Applicazioni della plastica per protezioni e rivestimento

AMBIENTE – Isolante acustico, termico, elettrico e meccanico, ed ancora leggera e versatile, lavorabile in maniera semplice, colorabile, resistente a corrosione, muffe, funghi e batteri, idrorepellente, economica e con un basso consumo di energia: difficile, davvero, trovare un materiale con caratteristiche tanto positive e concorrenziali.

Stiamo parlando, ovviamente, della plastica, o meglio delle diverse materie plastiche, dalla poliurea al polietilene, che trovano una diffusissima applicazione in molti ambiti, tra cui anche quelli di protezioni e rivestimenti. Impossibile pensare ad un mondo senza componenti in plastica, pur se un leggero connotato di avversione è associato all’idea di un oggetto in un certo senso “finto”, specie con l’aumento della sensibilità nei confronti della questione ambientale. Se dispersa nell’ambiente, infatti, la plastica può essere causa di pesanti disagi, in quanto risulta praticamente indistruttibile, se non dopo decine e decine di anni, ed inoltre un rifiuto di tale materiale non può essere smaltito, per esempio, con l’incenerimento.

Ciò nonostante, è pur vero che vi è la possibilità di riciclarla, cioè di riutilizzarla, così come esistono lavorazioni che permettono di produrre speciali plastiche degradabili. Per poter garantire ottimi risultati di resa nell’ industria dello stampaggio termoplastica, assicurando anche rispetto per l’ambiente e le persone, i sistemi di rivestimento che vengono utilizzati nei processi di produzione devono soddisfare requisiti sempre più elevati. Ecco perché, parallelamente alle caratteristiche di anti aderenza e facilità di estrazione, trovano un ruolo predominante anche i fattori ecologici, tra cui l’eliminazione dei distaccanti, uno degli obiettivi principali della ricerca di nuovi rivestimenti durevoli nel tempo.

Una delle applicazioni più diffuse delle materie plastiche, che ricorre laddove, per esempio, ci sia l’esigenza di impedire l’aderenza di prodotti che per loro natura tenderebbero a far presa alle superfici, e dunque a non scivolare in maniera fluida, si riferisce ai rivestimenti di tubazioni, ingranaggi e meccanismi industriali in PTFE (polytetrafluoroethylene), in FEP (fluorinated ethylene propilene) e in PFA (perfluoroalkoxy), tutti materiali che presentano eccellenti doti di resistenza verso agenti esterni e alla variabilità delle temperature, oltre ad un elevato grado di anti adesività.

Possiamo trovarli, tra gli altri, nell’industria alimentare, per prodotti come pasta fresca, formaggi, farina, ecc., oppure in quella chimica, per la realizzazione di vernici, inchiostri, adesivi, e non solo.

Queste materie plastiche, oltre a proteggere, sono in grado di migliorare i processi produttivi presi in esame, favoriscono una pulizia più facile delle superfici rivestite, maggiore produttività legata alla riduzione di scarti e una più elevata qualità del prodotto finito. Peraltro, i rivestimenti per l’industria alimentare, devono essere sottoposti all’approvazione FDA per il contatto con gli alimenti, a garanzia di regolarità e sicurezza.

Ovunque vi sia la necessità di far scorrere in maniera fluente anche altri generi di prodotti, come tessuti o packaging, i rivestimenti in plastica favoriscono vantaggi ai cicli di produzione, poiché abbassano il coefficiente d’attrito e forniscono proprietà antiaderenti ai materiali su cui verranno applicati.

Grazie a protezioni e rivestimenti in materie plastiche di qualità, è infatti possibile migliorare le rese di macchine ed impianti produttivi, aumentando la loro longevità. Inoltre, volendoli ulteriormente rinforzare tramite uno strato intermedio a base di metalli duri, diminuisce il rischio di usura e, di conseguenza, si ritarda la necessità di sostituzione. Metalli, carta, alimenti sono trasportati più facilmente, quando le superfici sono rivestite, nelle linee di produzione e confezionamento, con ulteriori vantaggi su qualità e resa.

 

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